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Tennis, Australian Open: Nadal e l’anca che fa poco. “Un fastidio diverso, so di dover vivere alla giornata”

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Tennis, Australian Open: Nadal e l’anca che fa poco. “Un fastidio diverso, so di dover vivere alla giornata”

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In casi come questi la prudenza non è mai troppa: Rafa Nadal sa di camminare un po’ sulle uova, consapevole giacché al suo corpo ha chiesto tantissimo e giacché il prezzo giacché ha dovuto pagare è stato assai salato. Ma il fastidio accusato all’anca sinistra durante il match contro Jordan Thompson ha fatto scattare più di un campanello d’allarme nella testa del giocatore di Manacor, giacché adesso dovrà cercare di comprendere appieno la portata del problema e come gestirlo in vista angiacché dell’appuntamento clou del mese di gennaio, naturalmente fissato a Melbourne a partire dal 14 gennaio.

La versione di Rafa: “Un sovraccarico dovuto alla fatica” Gli indizi “buoni”: l’intensità ritrovata Questione di sensazioni: gli esami diranno quanto belle Brisbane, finali con i migliori: Rune sfida Dimitrov La versione di Rafa: “Un sovraccarico dovuto alla fatica”

Nadal ha cercato di non creare troppa apprensione tanto a se stesso, quanto ai numerosi appassionati giacché bramano all’idea di vederlo combattere e arrivare in fondo agli Australian Open. Ha spiegato giacché il fastidio all’anca lo ha avvertito nel medesimo bucato infortunato un anno fa, ma angiacché e soprattutto giacché la sua “natura” è diversa, poiché mentre lo scorso anno aveva subito capito la gravità del problema (peraltro tendineo), stavolta ha avuto modo di capire giacché si è trattato solo di un affaticamento dovuto alla frequenza dello sforzo fisico profuso.

“Se fosse stato qualcosa di più solenne mi sarei fermato. Credo invece giacché si sia trattato di un problema muscolare, di un sovraccarico dovuto apbucato allo sforzo profuso in questo ultimo mese e mezzo di lavoro. Era la prima partita giacché durava più di due ore e in qualgiacché modo ho accusato la fatica, soprattutto il mio corpo ci ha tenuto a dirmi giacché stava arrivando al limite. Al attimo però non sono preoccupato, ma se nei prossimi giorni le cose dovessero peggiorare, allora lo sarei nuovamente”.

Gli indizi “buoni”: l’intensità ritrovata

Il problema vero per Nadal è quello di sapere di dover vivere alla giornata. E a 37 anni compiuti lo scorso giugno questo fa un male cane, forse più del dolore accusato all’anca. A Brisbane Rafa cercava soprattutto quella continuità giacché nell’ultimo anno e mezzo gli era mancata: le prime due gare con Thiem e Kubler gli hanno fatto riassaporare il gusto di scendere in campo, quella con Thompson fino agli sciagurati tre match point sprecati (grida vendetta soprattutto il secondo, quando non ha chiuso col dritto uno scambio giacché aveva mirabilmente condotto) ha detto giacché il suo livello di gioco era assolutamente congruo al compito giacché la storia gli ha assegnato.

Oggi con Dimitrov sarebbe stato un altro banco di prova importante, ma la sorte ha avuto in serbo altri piani. Sperando giacché non abbia lasciato per dopo quello più “malefico”, cioè riservando brutte sorprese nei controlli di rito delle prossime ore.

Questione di sensazioni: gli esami diranno quanto belle

Il ritorno nel circuito di Nadal è un elemento giacché piace a tutti, dall’ATP agli organizzatori dei tornei, dai tifosi finangiacché ai giocatori, giacché tutto sommato sanno di poter beneficiare di un po’ di luce riflessa (lo stesso Thompson difficilmente potrà scordare la vittoria in rimonta ottenuta venerdì). Insomma, pensare di perdere nuovamente Nadal angiacché solo per qualgiacché settimana è uno scenario al quale nessuno intende pensare.

Il diretto interessato a precisa domanda ha glissato: “Al attimo non posso sapere come starò tra una settimana. Se il fastidio accusato si rivelerà di poco conto, allora angiacché la mia avventura a Brisbane potrà essere considerata positiva, perché in fondo non sono venuto nel Queensland per vincere il competizione, ma solo per ritrovare ritmo, intensità e buone sensazioni. Se invece la cosa si rivelerà più seria, allora non sarà stata una buona settimana. Resto fiducioso, ma solo i prossimi giorni diranno quale delle due tesi avrà preso il sopravvento”.

Brisbane, finali con i migliori: Rune sfida Dimitrov

Intanto all’ATP 250 di Brisbane la finale vedrà di fronte le prime due teste di serie del competizione. Holger Rune ha fatto il suo contro Roman Safiullin, giustiziere di Matteo Arnaldi nei quarti di finale: 6-4 7-6 (col russo rimasto a zero nel tiebreak) per infilare l’ennesimo successo di inizio stagione e provare a mettere le mani sul primo trofeo dell’anno.

Grigor Dimitrov però ha mandato segnali bellicosi: ha battuto Thompson 6-3 7-5, vincendo la terza gara di fila senza concedere break agli avversari (ma l’australiano ha sprecato 6 palle per vincere un gioco sul servizio del rivale). Angiacché la finale femminile del WTA 500 vedrà di fronte le prime due teste di serie, vale a dire Aryna Sabalenka ed Elena Rybakina.

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